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Randazzo

Randazzo è una cittadina dalle antiche origini di 12.000 abitanti.

La sua storia è percorsa dalle tracce di Aragonesi, Svevi e Normanni . Ogni popolo ha lasciato testimonianze della propria cultura che fanno di Randazzo un luogo ricco di architettura, arte, fascino.

Origini

Randazzo è posto ai piedi dell’Etna, sul versante Nord – Ovest, dalla cui vetta dista 15 chilometri; situato, a quota 754 m s.l.m. dista 30 km dal mare Ionio.

L’Alcantara costeggia la città ai piedi di un ciglio lavico posto a picco, sul quale Randazzo si adagia.

L’origine del nome della città è un mistero legato alla sua fondazione: per l’Amari deriverebbe da Randàkes, governatore bizantino di Taormina (sec. VIII), per la storiografia locale conserverebbe il ricordo dell’antica “Tiracium” il cui nome, corrompendosi, sarebbe divenuto “Rinacium”, da cui”Randacium”.

Altra ipotesi si riferisce al termine germanico “Rand” (ciglio, margine, estremità…), e difatti il centro storico poggia su un “ciglione”. La tradizione attribuisce la fondazione di Randazzo a tre popoli: Greci e Latini come antichi abitanti, assieme ai Lombardi, i nuovi coloni venuti al seguito dei Normanni.

Importante stazione sulla “Via dei monti” (Trazzera Regia), l’unica strada sicura per chi da Messina muoveva verso Palermo, essa divenne, per opera dei Lombardi, roccaforte dei re Normanni nelle lotte contro gli Arabi. Prediletta da Federico II di Svevia per le sue stagioni di caccia, fu da lui cinta di mura, dotata d’otto torri di guardia. Durante il Vespro, la sua posizione fu sfruttata da Pietro II d’Aragona che la trasformò in piazzaforte.

La “Fedelissima” Randazzo sarà il quartier generale di Federico d’Aragona di Sicilia quando nel ‘300, difenderà Messina dall’Assedio degli Angioini. Nel ‘300 appare tra le città più importanti della Sicilia con le sue mura, torri, palazzi, un attivissimo commercio (famoso era il “panno di Randazzo” e la sua Fiera Franca) e le numerose chiese che reali e nobili colmavano di tesori e privilegi. La fortuna di Randazzo durò finché la Sicilia non fu soffocata dalla politica dei sovrani spagnoli: il secolo XVI segna un lento declino. Il passaggio dell’imperatore Carlo V (1535) sembrò far rivivere i passati tempi di gloria, ma i saccheggi di soldataglie al servizio della Spagna, la pressione fiscale, un’epidemia di peste e la colata lavica del 1536 ridussero i cittadini in ginocchio.

Randazzo rimase chiusa nel ricordo, ricevendo dai nuovi signori di Sicilia vani titoli e gravosi tributi; sopravvisse nel culto delle proprie tradizioni finché gli eventi bellici del 1943 non ne decimarono il patrimonio artistico e architettonico.

Con le sue bellezze paesaggistiche naturali e col fascino delle sue antiche opere d’arte, chiese, vecchi palazzi, musei che ospitano resti archeologici di gran valore, con le sue strade ed i suoi vicoli in pietra lavica è una vera e propria perla ambientale ed architettonica, incastonata, com’è, nel cuore di un territorio variegato ed unico allo stesso tempo, reso prezioso dalla “compresenza” di ben tre aree protette. Raro esempio a livello nazionale, infatti, la Città di Randazzo, offre il suo territorio al Parco Regionale dell’Etna, a quello dei Nebrodi ed al Parco Fluviale dell’Alcantara.

Aree che le conferiscono una prerogativa unica: quella di poter spaziare fra contenuti ambientali e naturalistici veramente incantevoli.

Ogni suggestivo angolo di Randazzo offre vedute diverse, panorami imponenti e singolari che riservano emozioni crescenti man mano che si scoprono le tracce della sua antica civiltà ed i segni del suo splendore medievale. Estendendo il suo territorio, di ettari 20.484, da una quota di 561 metri in contrada “Acquafredda” ai 3.230 sulla sommità dell’Etna, possiede molte caratteristiche climatiche piacevoli: l’inverno asciutto, la dolce primavera, la fresca estate e il tiepido nonché mite autunno.

Il territorio che circonda la cittadina è oggi “difeso” dalla presenza delle tre oasi protette, che aiutano l’uomo a vivere perfettamente integrato con la natura.